mercoledì 29 luglio 2009

Ricordo la lettura di Natale 2008

(scritto la vigilia di Natale 2008)
La capanna della zio Tom? il libro Cuore? una proustiana madeleine intinta in una tazza di the? niente di tutto questo! Ciò che ha fatto da galeotto tra me e il libro che sto leggendo è una recensione di Alberto Arbasino che giudica un certo romanzo di un certo autore, che in altri tempi, anni '50, fu messo all'indice negli USA, come il più grande romanzo del novecento. Alla recensione di Arbasino non erano mancate delle critiche di critici cultori dell'antitesi e naturaliter bastiancontrari. Arbasino avrebbe esagerato nelle sue lodi di questo romanzo. Che diamine la via di mezzo nel giudizio è la sola lastricata di perle di saggezza. Fatto sta che per stabilire la verità, alla mia locale biblioteca mi sono fatto prestare il romanzo in questione ed ho cominciato a leggerlo. Il colpo allo stomaco è arrivato repentino e senza mezze misure. Del resto un romanzo che comincia con la frase: "Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo Li Ta ", non può che essere un romanzo che non vuole farmi perdere tempo, cosa che io apprezzo molto. Che altro dire? Dico solo che ora mi ritrovo a leggere furiosamente, in una specie di parossismo che con la Stimmung del Natale o del Capodanno (Capo Danno ) con ha ahimé niente a che fare, sfogliando le pagine lette e da leggere con la velocità delle ali di un colibrì. Benedetto tu sia Arbasino, demiurgo e muso (c'è il maschile di musa?) di quel dio orfico-dionisiaco dalle incerte origini uralo-altaiche, trapiantato nel nuovo mondo allo scopo di annunciare il suo verbo pagano, che va sotto il nome terreno di Vladimir Vladimirovic Nabokov. Il suo romanzo è 'Lolita'! Non sia mai detto che la letteratura del nuovo mondo è barbarica, come se non fossero bastate le opere di Steinbeck, Kerouac e T. C. Boyle! La trasmigrazione di Nabokov dalle steppe eurasiatiche all'America ha per sempre moltiplicato quest'ultimo continente alla massima potenza letteraria. Lolita è un capolavoro da brivido lungo il midollo spinale, ma è anche un manufatto da maneggiare con cautela. Se decidete di leggerlo o rileggerlo, e se, quando avrete posato il libro, vi troverete ansimanti e madidi di sudore, non ditemi che non vi avevo avvertiti.